domenica 28 dicembre 2014

Canzoni #19 (Blue Bonfire): Sacrifici

La desolazione non esisteva più. Era stata costruita una città, dalle vecchie macerie… era risorta la vita, la normalità. I bambini giocavano gioiosi, la gente camminava spensierata. La città pulsava, come un cuore in salute.
Dove c’era il cratere, c’era ora un parco giochi. Dove c’era il falò, c’era una piazza. Una piazza dove, però, non era stata rimossa la fiamma. Ardeva del suo colore blu, nel mezzo del grande spiazzo. Accanto ad essa, una statua, di un uomo seduto, intento ad osservare quelle lingue ardenti, nella loro danza. “A colui che tenne viva la fiamma”, diceva una targa di metallo. I giovani, che passavano di la, si fermavano ogni volta, a guardare quell’uomo. Sembrava riuscisse a dare sicurezza e conforto, anche se era un semplice masso lavorato.
- Mamma, chi è? - , chiese una bambina alla madre, indicandolo.
- E colui che non ha perso la speranza. Senza di lui, non sarebbe stato possibile tornare a vivere qui.
- E che fine ha fatto?
- É sparito, una volta terminati i lavori. Ha dato un grandissimo contributo, nell’edificare tutto quello che vedi. Ma poi sparì. Era il minimo, una statua, per ricordare i suoi gesti.
Un uomo, che era li vicino a guardare la statua, si voltò, andando via. Dopo qualche passo, però, sparì nel nulla. La piccola si accorse di tutto, ma non disse nulla.

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Non c’era nulla: solo oscurità e cenere.
- Sei contento!? – Urlò il guerriero, al niente. – Sei soddisfatto, di questo ennesimo sacrificio!?
Non rispose nessuno.
- Quanto ancora, dovrò pugnalarmi al cuore!?
- Hai salvato molte vite. – rispose una voce, di cui era sconosciuta la fonte.
- Chi salva la mia!? Tu!? – continuò a gridare, cercando di trovare il suo interlocutore.
- Tu SEI salvo.
- Io SONO solo! – disse, con tutto il fiato che aveva in gola. – Io rimango solo! Io sistemo le cose, io aiuto chi ha bisogno! Io mi AFFEZIONO…! – e rimase in silenzio, pensando al continuo. - … e poi devo sparire, come sacrificio, per dare il via alla nuova vita.
- È questo che sei. – rispose la voce, in maniera fredda. – Sei la svolta dei destini di molte persone.
Rimase in silenzio, sconfitto. Pensò al suo, di destino.
- Non puoi riposare, - ammonì, - una nuova storia attende.
Un passaggio dimensionale, simile ad un folto cumulo di nebbia, comparì davanti a lui.
- Ora vai, Lor.
Toccò la coltre, sperando di essere pronto al nuovo sacrificio. Camminò in avanti, sparendo. E, subito dopo, nuovamente oscurità e cenere.

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